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Sua Santità il Patriarca Kirill ha fatto un appello in vista degli esempi eclatanti della pressione sulla Chiesa ortodossa ucraina

Servizio di comunicazione del DECR, 27.04.2024. A causa di nuovi esempi eclatanti della pressione sulla Chiesa ortodossa ucraina, sul suo episcopato, sul clero, sulle comunità e sui monasteri, il 27 aprile 2024 Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ ha inviato messaggi ai Primati delle Chiese ortodosse autocefale e ad alcuni leader religiosi nonché ai rappresentanti delle organizzazioni internazionali.

Nei messaggi, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha comunicato, fra l’altro, che il 24 aprile il Servizio di sicurezza dell’Ucraina ha fatto perquisizioni nella Lavra Svjatogorskaja, uno dei più grandi monasteri della Chiesa ortodossa ucraina, famoso sia in Ucriana che all’estero. L’egumeno del monastero, il metropolita Arsenij di Svjatogorsk è stato accusato di crimini politici. Il motivo dell’accusa è la sua omelia in chiesa in cui abbia rivelato pubblicamente l’informazione sulla dislocazione delle forze armate ucraine. Lo stesso metropolita Arsenij è stato arrestato durante la perquisizione, e il25 aprile il tribunale l’ha lasciato in arresto per 60 giorni, senza il diritto di cauzione.

«Nel discorso che viene imputato al metropolita Arsenij, egli ha informato i credenti che alla vigilia della festa ecclesiastica il 23 settembre 2023, il personale del Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) ha posizionato posti di blocco sulla strada per il monastero e ha organizzato un controllo totale dei documenti di centinaia di credenti che cercavano di visitare il monastero”, ha dichiarato il Patriarca Kirill. “Allo stesso tempo, i dipendenti del SBU e delle formazioni paramilitari locali hanno raccolto illegalmente i dati personali dei pellegrini, i loro numeri di telefono e indirizzi e-mail, nonché le foto di ciascuno di essi. Nelle sue parole, il metropolita Arsenij ha sottolineato la natura discriminatoria di questi controlli, sottolineando che i pellegrinaggi di massa di altre confessioni religiose in Ucraina sono stati effettuati senza ostacoli dai servizi speciali ucraini. La menzione pubblica dei posti di blocco non ha provocato danni alle forze armate ucraine ed è stata causata da una ragione oggettiva: la creazione di un ostacolo per i credenti di partecipare alla liturgia”. Sua Santità ha sottolineato: “L'arresto di più giorni del metropolita Arsenij per i motivi fantasiosi e inverosimili è un'altra di una serie di varie misure punitive contro i rappresentanti pubblici della Chiesa ortodossa ucraina e le sue fonti d’informazione”.

Per questo motivo, Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ ha menzionato che il 13 marzo di quest’anno, il SBU ha dichiarato il procedimento penale contro 14 impiegati dell’agenzia d’informazione religiosa “Unione dei giornalisti ortodossi”, accusandoli dell’alto tradimento, di collaborazionismo e di altri crimini.

“Il motivo delle persecuzioni è la loro attività giornalistica, cioè le pubblicazioni sulla violazione dei diritti dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Questa violazione è stata riportata, per esempio, nel rapporto sulla realizzazione dei diritti umani in Ucraina, pubblicato il 4 ottobre 2023 dall’Ufficio dell’Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani, e in altri documenti dello stesso Ufficio e di altre organizzazioni internazionali per i diritti umani”, ha indicato Sua Santità. Quattro dei giornalisti accusati, un sacerdote compreso, sono arrestati e si trovano in custodia, rischiano molti anni di carcere o l’ergastolo.

Come ha scritto Sua Santità il Patriarca Kirill, in aprile di quest’anno le autorità ucraine, senza alcuna spiegazione dei motivi, hanno bloccato dei notiziari orodossi su internet che pubblicavano l’informazione sulla politica religiosa delle autorità, sulla situazione della Chiesa ortodossa ucraina e sui fatti della violazione dei diritti dei suoi fedeli.

Il 12 aprile il Servizio di sicurezza dell’Ucraina ha fatto perquisizione a casa di un altro speaker della Chiesa ortodossa ucraina, il vice presidente del suo Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, accusandolo dei suoi interventi pubblici e, secondo l’ufficio stampa del SBU, per “aver cercato di screditare l’Ucraina al livello internazionale”. “Vorrei sottolineare che questo rappresentante della Chiesa ortodossa ucraina è stato accusato due giorni dopo il suo incontro a Kyiv con la delegazione della Conferenza delle Chiese europee, durante il quale egli ha informato i membri della delegazione sulla violazione dei diritti dei credenti in Ucraina, in particolar modo, sulla minaccia del divieto legislativo della Chiesa ortodossa ucraina”, ha constatato il Patriarca.

Il Patriarca ha sollevato di nuovo la questione della preparazione dell’approvazione in seconda lettura da parte del Parlamento ucraino del progetto della legge del Gabinetto dei ministri № 8371 “Sulle modifiche di alcune leggi dell’Ucraina riguardo alle attività delle organizzazioni religiose in Ucraina”. Il 19 ottobre 2023 Sua Santità il Patriarca Kirill ha fatto un intervento a proposito della discussione del documento in prima lettura. Sua Santità ha sottolineato: “Lo scopo della legge è il divieto di fatto della Chiesa ortodossa ucraina e il facilitare il processo del sequestro delle sue chiese e della proprietà il che non viene nascosto negli interventi pubblici dagli stessi legislatori”. Secondo le affermazioni dei parlamentari, a maggio di quest’anno la legge può essere approvata in seconda lettura.

Le persecuzioni dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina in Ucraina “acquisiscono le caratteristiche del terrore antireligioso totale che include la chiusura delle chiese e dei monasteri, le persecuzioni illegali dei chierici e dei laici, la violenza extragiudiziale, il divieto delle risorse d’informazione, che rivelano la verità sulle persecuzioni”, ha sottolineato il Patriarca Kirill.

Egli ha osservato che “le repressioni vengono praticate contro chi cerca di testimoniare la violazione della libertà religiosa nella sfera internazionale e in modo tale da sopprimere ogni testimonianza pubblica delle persecuzioni religiose nel momento del divieto legislativo della Chiesa ortodossa ucraina e di migliaia delle sue comunità in Ucraina”.

Nel frattempo continua la considerazione giudiziaria delle accuse penali contro l’amministratore della Lavra delle Grotte di Kyiv, il metropolita Pavel di Vyshgorod e Cernobyl, il metropolita Luka di Zaporizhzhia e Melitopil, il metropolita Feodosij di Cerkassy e Kanev, il metropolita Longin di Bancen e altri chierici; sta aspettando la corte d’appello il metropolita Ionafan di Tulcin e Bratslav, condannato a cinque anni di carcere.

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“La pressione sempre più forte sulla Chiesa ortodossa ucraina ha il carattere di aperte persecuzioni religiose e mi costringe a rivolgermi a voi ancora e ancora per il sostegno, ricordandomi delle parole dell’apostolo: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme” (1 Cor. 12, 26)”, scrive Sua Santità il Patriarca Kirill nei suoi messaggi, inviati ai Primati delle Chiese ortodosse autocefale.

Sua Santità ha chiesto di pregare per il dono dell’aiuto di Dio, di coraggio e di consolazione ai sofferenti vescovi, pastori e fedeli della Chiesa ortodossa ucraina e ha chiamato ad alzare la voce per il loro sostegno.

I messaggi di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ sono stati inviati a Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni X della Grande città di Antiochia e di tutto l’Oriente, Sua Beatitudine il Patriarca Teofilo III della Santa città di Gerusalemme e di tutta la Palestina, Sua Santità e Beatitudine Catolicos-Patriarca Elia II di tutta la Georgia, Sua Santità il Patriarca serbo Porfirije, Sua Beatitudine il Patriarca rumeno Daniele, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara, Sua Beatitudine l’Arcivescovo Anastasio di Tirana e di tutta l’Albania, Sua Beatitudine il Metropolita Savva di Varsavia e di tutta la Polonia, Sua Beatitudine il Metropolita Rostislav delle Terre ceche e della Slovacchia, Sua Beatitudine il Metropolita Tikhon di tutta l’America e del Canada, Sua Beatitudine l’Arcivescovo Stefan di Ochrida e di tutta la Macedonia nonché a Papa Francesco, al Patriarca della Chiesa copta Tawadros II, al Primate della Comunione anglicana, l’Arcivescovo di Canterbury Justin Welby, al Catolicos dell’Oriente e il metropolita Malankarese Mar Tommaso Matteo III, al Patriarca supremo e Catolicos di tutti gli armeni Karekin II, al Catolicos della Casa suprema della Cilicia della Chiesa apostolica armena Aram I, al Catolicos-Patriarca della Chiesa assira d’Oriente Mar Awa III, al Patriarca maronita di Antiochia e di tutto l’Oriente Beshara Boutros al-Rai, al Segretario Generale del Consiglio ecumenico delle Chiese Dott. Jerry Pillay, al presidente dell’Associazione evangelica di Billy Graham Franklin Graham.

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Nei messaggi ai capi e rappresentanti delle organizzazioni internazionali Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ ha chiesto di “prestare attenzione ai fatti sovrammenzionati di una violazione eclatante dei diritti umani in Ucraina e di fare un vero sforzo per difendere i diritti della libertà di religione dei fedeli e delle comunità della Chiesa ortodossa ucraina”.

Fra i destinatari dei messaggi il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite Antonio Guterris, l’Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani Volker Turk, il Segretario Generale dell’OSCE Helga Maria Schmid, il direttore del Bureau dell’OSCE per gli istituti democratici e i diritti umani Matteo Mecacci, il Segretario Generale del Consiglio europeo Maria Pejcinovic-Buric, l’Alto Commissario dell’OSCE per le minoranze nazionali K. K. Abdrahmanov, il relatore speciale del Consiglio dell’ONU per i diritti umani, per le questioni delle forme contemporanee del razzismo, della discriminazione di razza, della xenofobia e dell’intolleranza K. P. Ashvini, il relatore speciale del Consiglio dell’ONU per i diritti umani e per la libertà di religione e di opinione Nazila Ghani.

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